AdWords è uno strumento molto potente e la concorrenza ha fatto sì che non ci si possa più giocare. Ecco perché arrivare a determinare un traffico qualificato è sempre più difficile. Ecco 3 modi per migliorare la tua campagna AdWords.
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l mondo dell’advertising online è sempre più ricco. Anno dopo anno gli investimenti crescono senza sosta e di conseguenza cresce la concorrenza. Basti pensare che gli investimenti nella pubblicità sulla rete search nei soli Stati Uniti è stata di 24 miliardi di dollari nel 2014, ma ci si aspetta che arriverà fino a 40 miliardi nel 2019. Con tutta questa concorrenza è estremamente difficile profilare correttamente il traffico di utenti a cui siamo interessati e molto spesso facciamo degli errori banali, che è molto semplice evitare.
1. IL TRAFFICO ARRIVA DA RICERCHE SBAGLIATE
È il caso più frequente ed è la ragione principale per cui si disperde budget senza arrivare a nessun risultato. È bene però fare chiarezza su un fatto:
LE KEYWORDS NON SONO I TERMINI DI RICERCA
È importante capire che l’uno è conseguenza dell’altro. I termini di ricerca sono le parole che l’utente inserisce nel motore di ricerca in base alle quali Google ha mostrato il vostro annuncio. Sono quindi diretta conseguenza delle parole chiave che avete usato, ma non sono la stessa cosa. Se il vostro annuncio viene mostrato in conseguenza a termini di ricerca sbagliati, allora c’è qualcosa che non va nelle keywords. Cosa Fare?
Innanzi tutto rivolgere la vostra attenzione ai termini di ricerca:
Lavorando sulle colonne mostrate, potrete tirar fuori le parole chiave e il tipo di corrispondenza che Google ha usato per mostrare il vostro annuncio. In base a parametri che voi stessi vi darete (percentuale conversioni, Costo/Conversione, CTR, Click, impressions, ecc.) dovrete decidere se escludere una determinata parola chiave o cambiare il tipo di corrispondenza. I risultati di una corrispondenza generica e di una corrispondenza esatta potrebbero essere drammaticamente differenti.
2. IL TRAFFICO CHE ARRIVA NON È NELLA FASE GIUSTA
Ok, ora si parla di marketing vero e proprio. Spesso la campagna AdWords non dà i risultati sperati semplicemente perché l’utente non si trova nella fase di “propensione all’acquisto”. L’autore dell’articolo da cui ho preso spunto, parla di tre fasi:
I. Informazione
II. Considerazione
III. Decisione
Nella prima, l’utente si sta solo informando su un argomento. Ad esempio sta usando termini come “imparare l’inglese”. In questa fase proporre un annuncio con un corso da acquistare è prematuro.
Nella seconda fase, l’utente comincia a ipotizzare di fare o comprare un corso online. In questa fase sarebbe opportuno proporre una prova gratuita o offrire una prima lezione gratis per stimolare e invogliare l’utente a proseguire il percorso.
Nella terza fase infine, in cui l’utente ha maturato la volontà di acquistare un corso online, allora si potrà mostrare l’annuncio del corso con tanto di prezzo e caratteristiche.
LE KEYWORDS NON SONO I TERMINI DI RICERCA
3. CONTROLLA SEMPRE DA DOVE ARRIVA IL TRAFFICO
Un altro errore comune è targettizzare la propria utenza in base non soltanto al posto dove si trova l’utente, ma anche in base ai posti di interesse. Spesso capita perché è AdWords stesso a suggerirci questa scelta nella fase di impostazione della campagna, ma il risultato può essere penalizzante, soprattutto quando possiamo offrire un servizio soltanto nella località target.
Ipotizziamo per esempio di offrire un servizio nella città di Milano. Scegliendo l’opzione consigliata di “persone che sono, che cercano o che sono interessate alla mia località target” potrei ricevere traffico potenzialmente da tutto il mondo, il che non è necessariamente un problema. Si può infatti decidere di proseguire su questa strada per raccogliere dati sui paesi interessati al nostro servizio, magari per studiare un futuro sbarco in altre città o paesi.
Diversamente, se non siamo interessati a fare analisi, è consigliabile scegliere un’utenza che risiede nella nostra zona di interesse, in modo da non sprecare budget.
Bene, questi sono 3 degli errori più comuni che vengono fatti sulle campagne AdWords. Più che errori sono in realtà degli spunti di riflessione per rivedere completamente la strategia con cui si utilizza questo strumento. In qualche caso si può optare per una strategia di raccolta dati a patto di sprecare qualche click sporco, in altre si può ritagliare chirurgicamente il proprio traffico di ricerca proprio facendo attenzione a questi 3 suggerimenti (e ad altri che tratteremo in futuro).
L’importante è, come sempre, provare, esercitarsi e controllare, controllare e ancora controllare.
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FONTE: kissmetrics.com