L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sta indagando sul fenomeno dell’influencer marketing nei social media. Al centro dell’indagine ci sono le sponsorizzazioni poco chiare ad opera di personaggi molto noti.
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rima o poi doveva succedere. L’influencer marketing è praticato ormai da molto tempo anche dalle nostre parti. Twitter star e volti noti di Instagram non mancano quasi mai di indossare una maglietta firmata o di utilizzare un prodotto con il brand in bella vista. Una pubblicità che qualche decennio fa avremmo detto “occulta” e che oggi invece scivola via nelle maglie larghe del web.
Non tanto larghe però, visto che l’AGCM ha diramato una nota secondo cui starebbe indagando proprio su questo genere di pratiche, suggerendo una serie di hashtag da utilizzare in tutti i casi in cui un personaggio noto utilizza o prova un prodotto commerciale. Si tratta di #pubblicità, #sponsorizzato, #advertising o #inserzioneapagamento a titolo esemplificativo.
L’Autorità ha pertanto individuato criteri generali di comportamento e ha chiesto di rendere chiaramente riconoscibile la finalità promozionale, ove sussistente, in relazione a tutti i contenuti diffusi mediante social media, attraverso l’inserimento di avvertenze, quali, a titolo esemplificativo e alternativo, #pubblicità, #sponsorizzato, #advertising, #inserzioneapagamento, o, nel caso di fornitura del bene ancorché a titolo gratuito, #prodottofornitoda; diciture alle quali far sempre seguire il nome del marchio.
Diverso invece il caso dei prodotti forniti gratuitamente per un test. AGCM suggerisce in questo caso l’hashtag #prodottofornitoda per chiarire che si tratta appunto di un omaggio. E proprio su questo fronte si concentrano i dubbi maggiori, visto che tutta una serie di pubblicazioni sul web vivono di test e prove comparative. Non sembrerebbe essere il caso preso in esame dall’autorità, ma cosa succede se un’azienda invia un prodotto gratuitamente a un magazine che deve testarlo?
La differenza è sempre la stessa: con la sponsorizzazione, volgarmente detta “marchetta”, la recensione sarà certamente positiva e in quel caso è bene specificare che si tratta di un contenuto sponsorizzato. Mentre nel caso di una prova o della realizzazione di un contenuto non sponsorizzato, il parere potrebbe essere anche negativo, per cui un’indicazione del genere potrebbe soltanto gettare un’ombra negativa sulla qualità e sull’imparzialità della prova.
Una regolamentazione in ogni caso ci voleva ed è giusto che il consumatore sia informato quando si trova davanti a un contenuto sponsorizzato. Per chi è interessato, il testo completo del comunicato è disponibile qui.